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A differenza delle altre scuole buddiste giapponesi della sua epoca, che usavano come oggetti di culto statue di legno o mandala sui quali erano scolpite o dipinte immagini di Budda o bodhisattva, Nichieren stabilisce come oggetto di culto i cinque caratteri di “Myoho Renghe Kyo.

Il Gohonzon (rotolo di carta di riso) è stato scritto per farli emegere nella nostra vita. Al suo centro c’è scritto “Nam myoho renghe kyo – Nichieren”, a indicare che il Daishonin considerava il Gohonzon come la sua stessa vita «Io, Nichiren, ho scritto la mia vita in inchiostro di sumi, perciò credi profondamente nel Gohonzon. Il volere del Budda è il Sutra del Loto, ma l’anima di Nichiren non è altro che Nam Myoho renghe kyo».

Recitare daimoku di fronte all’oggetto di culto, che ha al centro i cinque caratteri della Legge circondati dalla vita e dall’ambiente di tutti gli esseri dei dieci mondi, ci permette di riconfermare che la nostra vita è esattamente così, ovvero dotata di ogni beneficio.

Il Gohonzon è l’unica causa esterna che ci permette di manifestare la buddità, ma tutto dipende dalla nostra fede. La sua presenza materiale ci permette di allenarci costantemente a rafforzare la nostra fede e rappresenta lo stimolo quotidiano a far emergere la Buddità sconfiggendo l’oscurità fondamentale. Come lo custodiamo in casa è importante e si riflette nella nostra vita.