Home » Approfondimenti » Nichiren » I DIECI MONDI
  []

I DIECI MONDI

Questo principio comprende un’accurata analisi dei diversi stati esistenziali (definini “mondi”) sperimentati da ogni singola vita di momento in momento, che condizionano la percezione della realtà e la capacità di interagire con l’ambiente. L’alternarsi di questi stati (o condizioni vitali) è condizionato sia dall’apparire di un appropriato stimolo esterno, sia dalle nostre tendenze interne.

1 – INFERNO

Indica uno stato del tutto privo di libertà, una condizione di estrema sofferenza e disperazione in cui si è spinti dalla rabbia a distruggere se stessi e gli altri

2 – AVIDITA’

Si è giudati da una costante bramosia di determinati oggetti, persone o esperienze ma non ci si sente mai soddisfatti pienamente.

3 – ANIMALITA’

Si è dominati degli istinti animali (cibo, sonno, sesso, sopravvivenza) e privi delle virtù di autocontrollo e morale. Non si pensa alle consegue delle proprie azioni. Non c’è ego ma solo urgenze.

4 – COLLERA

E’ il primo stato vitale in cui compare una forma dell’io anche se si di un io debole, una coscienza competitiva che ci porta a pensare di essere sempre i migliori, in competizione con gli altri. Manca la sicurezza e quindi si attacca. Esiste più energia e perseveranza che nei mondi precedenti.

5 – UMANITA’

Si possiede ragionevolezza e controllo delle pulsioni istintive (calma, gentilezza, amore, senso giustizia). Si agisce in armonia con l’ambiente e con gli altri. Ma significa pure essere scansafatiche o non voler agitare le acque.

6 – ESTASI

Gioia momentanea che si manifesta nell’istante in cui realizziamo un qualcosa che abbiamo a lungo desiderato o si supera una sofferenza. Essa non è duratura perché dipendente da condizioni e influenze esterne.

7 – APPRENDIMENTO

Si attua un migliorament, si sè imparando idee, conoscenze ed esperienze dagli altri.

8 – REALIZZAZIONE

Si cerca di scoprire una verità più profonda tramite la propria percezione diretta (esperienze personali) o intuizione (osservazioni personali). E’ lo stato vitale dei filosofi, scienziati, artisti ma anche di chi riflettendo su un problema  e cercando risposte dentro di sé, riesce a comprenderlo e risolverlo.

9 – BODHISATTVA

La caratteristica principale è la compassione ed il prendersi cura degli altri. Tali atteggiamenti sono una causa positiva sia per chi li riceve sia per chi li offre. In tal senso, nel Buddismo l’altruismo non esiste.

10 – BUDDHITA’

Designa la condizione in cui la saggezza innata si esprime al massimo livello e la verità di tutti i fenomeni viene compresa naturalmente. Questo risveglio conferisce una sensazione di assoluta libertà in cui la vita è percepita senza limiti. Si percepisce la propria felicità come non disgiunta da quella di tutte le altre persone. Saggezza, coraggio e compassione.

I 3 cattivi sentieri (Inferno, avidità e animalità).

I 6 sentieri o mondi interiori (inferno, avidità, animalità, collera, umanità, estasi): sono definiti inferiori perché attivitati e disattivati da circostanze esterne. Ogni soddisfazione che si ottiene in questi mondi è dipendente dalle circostanze, quindi transitoria. Non riusciamo a capire che basiamo la nostra felicità su fattori esterni e che non siamo quindi in grado di trasformare la nostra vita. Quando però riconosciamo che ciò che si sperimenta nei sei mondi è impermanente siamo spinti a cominciare la ricerca di una verità duratura, entrando nei mondi successivi.

I 4 nobili sentieri (apprendimento, realizzazione, bodhisattva, buddità): a differenza degli stati vitali precedenti, caratterizzati da una risposta più o meno passiva all’ambiente, in questi mondi l’io fa uno sforzo deliberato e coscirente di autonomia rispetto alle circostanze, basato sul miglioramento personale e sulla ricerca della verità.

I 2 veicoli (apprendimento, realizzazione).

I 9  mondi (tutti tranne Buddità): condizione non illuminata dei comuni mortali influenzati dal karma.

ICHINEN SANZEN

<< La vita in ogni istante è dotata di dieci mondi. Al tempo stesso ognuno dei dieci mondi è dotato di tutti gli altri >> .

La nostra coscienza abitualmente percepisce la vita individuale come separata da quella degli altri ed il nostro interno separato dall’estrerno. Questa visione della vita genera altri tipi di dualismi, tipici della cultura occidentale (corpo-mente, individuo-ambiente, materia-spirito) che sono alla radice di molte sofferenze dell’uomo. Per il Buddismo a una vita più grande che trascenda i confini dell’io ci permette di attingere a una fonte di gioia e di creatività interiore in grado di superare le sofferenza di vita e di morte e di ritrovare la profonda connessione con gli altri e con l’universo.

Il maestro buddista cinese T’ien-T’ai tramite la teoria di “Ichinen Sanzen” considera che in ogni istante di vita (ogni fenomeno)è contenuto l’insieme di tutti i fenomeni dell’universo. Il primo tipo di classificazione dei fenomeni che compone tale teoria è il principio di mutuo possesso dei dieci mondi.

Ogni mondo contiene tutti gli altri, quindi in qualsiasi stato vitale tu sia a un dato istante, puoi cambiare nel momento successivo, a seconda delle causa interne o esterne.

I DIECI FATTORI

  • aspetto: tutto ciò che ha una forma visibile;
  • natura: tuttò ciò che c’è ma non a forma, non si vede (pensieri, sogni, mente…);
  • essenza: è allo stesso tempo aspetto e natura, ma non coincide con nessuna delle 2;
  • potenziale: in ogni momento è l’energia di ciò che è possibile;
  • azione: in ogni momento è l’azione scaturita dal dato potenziale;
  • causa interna: un bulbo ha tutto dentro di sè per diventare un fiore ma non lo farà se non incontrerò la giusta causa esterna;
  • effetto latente: è simultaneo alla causa interna, io pongo la causa interna e l’effetto latente è istantaneamente presente nella tua vita;
  • relazione (causa esterna): quando il bulbo incontrerà la terra allora potrà diventare fiore, manifestando l’effetto;
  • effetto manifesto: apparirà solo nel futuro;
  • armonia dall’inizio alla fine;

La maggior parte delle persone pone attenzione solo a ciò che si vede: causa esterna ed effetto manifesto. Ma il Buddismo bada anche a ciò che non si vede: causa interna e effetto latente.